Il fatto che la pellicola riprenda direttamente alcuni loro spezzoni e renda omaggio anche ad altri film precedenti ne fa (a parere di chi scrive) una sorta di testamento di Fulci. La sua idea di base è la critica a quanti accusano il genere horror di essere la causa dei vari comportamenti violenti che sconvolgono la societa’ attuale. La scelta di essere lui stesso il protagonista è propabilmente una sottile ed ironica risposta al suo collega e avversario Dario Argento. Nella figura del folle e perverso professore Egon Schwarz possiamo intravedere (come per il dottor Freudstein di “Quella villa accanto al cimitero”) la visione negativa che Lucio aveva per la psicologia e la sua diffidenza verso gli psicologi, ribadite in varie interviste. Il vero finale del film (tagliato nella versione cinematografica) racchiude tutta la visione fulciana dell’horror: quella di una catarsi che ci libera dai nostri incubi e che serve ad esorcizzare la realta’ dall’orrore. L’horror come liberazione. Si dice che Fulci avesse l’intenzione di girare un sequel di questo film. Purtroppo di esso e degli altri ipotetici film che aveva in programma (come “Nero Romano”, un thriller ambientato nella Roma antica) non resta che immaginare cio’ che sarebbero potuti essere una volta realizzati.
Willy Bruschi | Crea il tuo badge
Categorie:Horror
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