Regia/Director: Luigi Cozzi [Lewis Coates]
Soggetto/Subject: L. Coates, opera
Sceneggiatura/Screenplay: L. Coates, Erich Tomek
Interpreti/Actors: Ian McCullogh (Hamilton), Louise Marleau (Stella Holmes), Marino Masè (Arras), Siegfried Rauch (Hubbard), Gisela Hahn (perla de la Cruz), Carlo De Mejo, Carlo Monni
Fotografia/Photography: Giuseppe Pinori
Musica/Music: Goblin
Costumi/Costume Design: Tiziana Mancini
Scene/Scene Design: Antonello Geleng
Montaggio/Editing: Nino Baragli
Suono/Sound: Gaetano Testa
Produzione/Production: Alex Cinematografica, Barthonia Film, München, Lisa Film, München
Distribuzione/Distribution: P.A.C. Produzioni Atlas Consorziate
censura: 75233 del 05-06-1980
Le autorità di polizia intercettano una nave mercantile in arrivo nel porto di New York a tutta velocità e senza nessuno al comando. Dopo esser stata fermata, un ristretto gruppo d’indagine sale a bordo per capirne il mistero. A prima vista sembra che tutti i membri dell’equipaggio l’abbiano abbandonata in fretta, all’improvviso, lasciando una desolante e spettrale calma. Presto vengono trovati alcuni cadaveri orribilmente e inspiegabilmente sventrati, mentre la stiva è piena di uno sconosciuto carico di una strana marca di caffè proveniente dalla Colombia. Ma all’interno degli imballaggi ci sono delle strane uova verdastre di una materia organica sconosciuta, che esplodono a contatto col calore, schizzando il liquido all’interno dei corpi di chi si trova nelle vicinanze, provocandone una violenta implosione e conseguente morte. Le indagini conducono al deposito cittadino di distribuzione della marca di caffè. Nel magazzino sono stipate centinaia di esemplari delle terribili uova, che, esaminate in laboratorio, non offrono dubbi sulla loro origine extraterrestre. Se le stesse fossero state sparse per la città, nel giro di poche ore si sarebbe verificata una catastrofe dalle immani conseguenze. Reclutato come persona interessata dei fatti un ex astronauta coinvolto in passato in una missione sul pianeta Marte, un ristretto gruppo incaricato di risolvere il caso e debellare la terribile minaccia contro l’umanità, capitanato da una tenace donna colonnello, parte alla volta della Colombia per venire a capo del mistero che avvolge l’ignota fabbrica di caffè.
CONTAMINATION è un film di fantascienza dalle non grandi risorse economiche, ma realmente avvincente e forte di una sceneggiatura intelligente. Alcune scene, supportate da una suggestiva fotografia, immergono lo spettatore in un’atmosfera misteriosa che lascia incollati allo schermo per vedere cosa accadrà successivamente. E’ scavalcato il tema della classica minaccia “aliena” ben definita e contrapposta al mondo umano in lotta per distruggerla; la minaccia, benché chiaramente venuta dallo spazio, s’è impossessata di alcuni umani, che, dietro un’innocente apparenza, ne portano avanti il terribile complotto. Quando c’è in gioco la difesa della specie, e nascostamente all’interno della stessa si cela e agisce “il male”, il meccanismo narrativo funziona e intriga. Nella sequenza in cui le forze dell’ordine fanno irruzione nel magazzino newyorchese e si trovano al cospetto di un gruppetto di invasati assoggettati alla forza aliena, che pur di svelarne i piani si suicidano provocandosi la morte tramite le terribili uova, si inizia a respirare l’angosciante aria di un mistero cui non sarà facile venire a capo. Abbiamo anche alcune scene di grande impatto visionario, ambientate su Marte, frutto del ricordo di uno dei protagonisti, grazie alle quali viene svelata l’origine della tremenda vicenda. C’é anche il tema della telepatia, perché l’uomo che tira le fila e porta avanti il progetto alieno, è in stretto contatto empatico e fisico con la mente extraterrestre, come se ne fosse un attributo. Infine, l’ambientazione esotica della seconda parte del film, l’apparente beata e affascinante Colombia, fa da contrapposizione all’oscura minaccia che questa calda terra nasconde.
Cozzi, esperto e amante del cinema di fantascienza, confeziona un gradevole e inquietante fumettone. L’inizio con la nave deserta che arriva in porto ricorda sia l’arrivo dello yacht di ZOMBI 2 di Fulci, sia l’atterraggio dell’aereo pieno di contaminati di INCUBO SULLA CITTA’ CONTAMINATA di Lenzi. Chiari anche i riferimenti ai baccelli de L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI e ad ALIEN, uscito un anno prima. Musiche dei Goblin.
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Il film all’inizio promette molto bene con un tripudio ultra splatter di frattaglie, ma col tempo questa particolarità viene sempre meno fino a somigliare ad una specie di film di spionaggio. Ed è un peccato perché si vede che ci hanno speso qualche soldo. E se si può passare sopra il fatto che su Marte ci siano tempeste di ghiaccio (!!), non si può passare sopra come è stato costruito il personaggio del colonnello Stella Holmes. Per quel che ne so, il grado di colonnello è quello immediatamente sotto a quello di generale. Ora pensate ad una donna che è arrivata a tanto con gli anni di studio in accademia militare prima e quelli sul campo poi. Invece nel film troviamo una bella signora un po’ troppo truccata e acconciata per il grado che ricopre (non che debba rinunciare alla propria femminilità, ma un maggiore rigore non avrebbe guastato). Poi durante la scena in cui le piazzano un uovo nel bagno lei si comporta come la ‘bella in pericolo’ urlando di farla uscire da lì. Possibile che tanti anni nell’esercito non le abbiano insegnato un po’ di sangue freddo? Bastava che lei o si chiudesse nella doccia tirando la tendina o buttare quanto più possibile sull’uovo stesso cosicché da tamponare l’esplosione. E sfondare quella porta non mi sembrava poi così difficile anche per una donna. O almeno provare a sfondare la parte inferiore della porta stessa. E poi c’è la scena in cui lei è il personaggio insopportabile interpretato da Masè sono stati legati (ma perché non ucciderli e basta?) dagli ‘spacciatori’ delle uova marziane quando lei gli dice ‘chiamami Stella’. Cosa?! Un colonnello dell’esercito USA, per di più in servizio, che parla in quel modo ad un sottoposto? E poi lui che fa il piacione con lei! Roba da corte marziale. Un’altra cosa, per interpretare un personaggio chiamato Perla De La Cruz è stata scelta una attrice bionda con gli occhi azzurri! E anche il ciclope non è gran cosa. E’ tutto.
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