Un giallo gotico delirante e bizzarro, che mescola un pò di tutto, da Pirandello a Bunuel (“L’angelo sterminatore” e “Veridiana” ), da Agatha Christie ( 10 piccoli indiani) a Greenway, in un’accozzaglia pretenziosa e incoerente e con un finale ridicolo, che ben si condensa nella voce infantile del personaggio principale, una donna che nell’adolescenza ha visto morire madre e padre tragicamente, la quale ripete “Papà” in stato catatonico, nel momento della storia in cui si rivela ( cosa largamente intuibile per tutta la durata del film) che è lei l’autrice dei delitti, perchè pazza. Gli attori sono tutti maldestramente e forzatamente sopra le righe, non per colpa loro, ma per pseudoautoriali esigenze ‘surreali’ di copione, tanto che Ivan Russimov, uno dei peggiori interpreti che abbiano frequentato il cinema italiano, qui sembra Lawrence Olivier rispetto agli altri, come la Galli e Pistilli, che non credono minimamente a ciò che stanno facendo. La trama è vecchia e abusata, con il solito invito di un gruppo di persone presso un castello gotico, che vengono eliminate una dopo l’altra dal loro ospite, la quale, come detto sopra, è una donna gravemente disturbata e affetta da follia omicida. In questo disastro a tratti ridicolo ( vedi la figura del maggiordomo o i dialoghi sulle maschere pirandelliane che più deboli non potevano essere concepiti) l’unica cosa da salvare sono l’ambientazione e la scenografia ( suggestivo il sotterraneo del castello con tutte quelle mummie), la buona fotografia e gli ottimi movimenti di camera del regista Scavolini nelle sequenze cruente degli omicidi.
Regia: Romano Scavolini; Soggetto: Giuseppe Mangione; Sceneggiatura: Giuseppe Mangione, Remigio Del Grosso; Interpreti: Ida Galli [Evelyn Stewart] (Marialé Bellaria), Luigi Pistilli (Paolo Bellaria), Ivan Rassimov (Massimo), Pilar Velasquez (Mercedes), Edilio Kim (Gustavo), Gengher Gatti (Osvaldo), Giancarlo Bonuglia (Jo), Gianni Dei, Ezio Marano (Sebastiano), Shawn Robinson (Semy), Franco Calogero, Carla Mancini, Bruno Boschetti; Fotografia: Romano Scavolini; Musica: Fiorenzo Carpi; Costumi: Herta Schwartz Scavolini; Scenografia: Emiliano Tolve, Emiliano Tolve; Montaggio: Francesco Bertuccioli; Suono: Emilio Puglielli; Produzione: KMG Cinema; Distribuzione: Indipendenti Regionali; censura: 61425 del 17-11-1972
Recensione di Massimiliano Bellino
Categorie:Giallo/Thriller
Generalmente non gradisco recensioni tanto brevi, ma ci tenevo a farti i complimenti per aver scritto un pezzo finalmente duro, ed ospite di cotanto blog! Io aggiungerei, tra i pregi, l’inizio, seppur a rischio-sigla di Tante Scuse; mentre, tra i difetti, una colossale, annichilente, infinita NOIA.
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