Il titolo zoonomico non inganni, in quanto lontano dagli stilemi argentiani e invece diretto epigono della trilogia di Lenzi, questo giallo erotico del regista spagnolo Josè Maria Forque, coprodotto dall’italia.
L’ambientazione è quella della società alto-borghese in una splendida location sul mare.
Ottima la fotografia e discreta la sceneggiatura, con dialoghi ben curati e interpreti tutti ben funzionanti nel loro ruolo.
Tuttavia il plot è assai scontato, con la bella e ricca ereditiera (l’attrice Analia Gadè) in procinto di divorziare dal marito noioso e spiantato, la quale si innamora della persona sbagliata, un affascinante avventuriero e prezzolato killer ( Jean Sorel ), il quale ha l’incarico di far fuori la poveretta e far si che il marito erediti la sua fortuna.
Purtroppo è previdibilissimo fin dalle prime battute del film che si tratti di una tipica situazione di triangolo perverso e di delitto tentato per questioni ereditarie, anche se il finale è ben congegnato e dal momento in cui la donna intuisce di essere oggetto di un complotto omicida per interessi, il plot decolla e la suspance monta fino alla morte per avvelenamento di uno dei cospiratori e poi all’epilogo liberatorio.
Particolare da menzionare, l’elegante citazione da Hitckock ( “La donna che visse due volte”) con il carrello della macchina da presa che gira vorticosamente intorno a Sorel e alla Gadè nella scena del ballo in discoteca.
Il difetto principale va individuato nei primi venti minuti del film, troppo lenti e ripetitivi, con sequenze erotiche e sentimentali da sbadiglio e che avrebbero dovuto essere ben più condensati.
Regia: José María Forqué; Soggetto: Rafael Azcona, Mario Di Nardo, José Maria Forqué, Francesco Campitelli; Sceneggiatura: Rafael Azcona, Mario Di Nardo, José Maria Forqué, Francesco Campitelli; Interpreti: Jean Sorel (Paul), Analia Gadé (Ruth Dustin), Maurizio Bonuglia (Roland), Rossana Yanni (Danielle), Luciano Stella [Tony Kendall] (Michel Dustin), Luis Peña (commissario di polizia); Fotografia: Giovanni Bergamini; Musica: Piero Piccioni; Costumi: Anna Maria Albertelli; Scenografia: Giorgio Marzelli; Montaggio: Antonio Ramirez; Suono: Valerio Sarandrea; Produzione: Arvo Film, Orfeo P.C., Madrid; Distribuzione: Italcid; censura: 58101 del 21-04-1971
Recensione di Massimiliano Bellino
Categorie:Giallo/Thriller