Premetto che assai interessante è il fatto che un anno dopo, in America, esce nelle sale “Una 44 Magnum per l’ispettore Callaghan ” , di Ted Post, che esplora a sua volta il tema della giustizia sommaria contro i delinquenti.
Coincidenza o qualcosa di più?
Tra l’altro, anche lì il poliziotto protagonista è un uomo deciso a sgominare la criminalità in ogni modo e nauseato dal sistema giuridico troppo garantista, ma ha riprovazione e combatte senza esitazione chi voglia scavalcare la ‘giustizia’ e farsela da sè, arbitrariamente.
Tiornando a “La polizia ringrazia “, esso è considerato il primo poliziottesco italiano, ma secondo me a torto, perchè presenta caratteristiche proprie e solo alcuni motivi saranno poi ripresi dai registi che al poliziottesco si dedicarono alacremente come Lenzi, Massi e Caiano. Per dirne una, manca assolutamente la spettacolarizzazione dell’action che sarà propria di tutti i film del genere.
Film dal cast eccellente, con il sempre ottimo Entico Maria Salerno nel ruolo del commissario ‘tutto di un pezzo’ Bertone e la più flessibile e democratica compagna, nonchè giornalista di cronaca nera, interpretata da Mariangela Melato. Bravo anche Franco Fabrizi nel ruolo del criminale recidivo Bettarini e difeso dall’avvocato, il noto caratterista Corrado Gaipa. Mario Adorf invece appare poco adatto ‘fisicamente’ alla parte del procuratore della Repubblica.
Pur curato nei dialoghi, il difetto che subito si riscontra nella sceneggiatura è un eccesso di verbosità e di ‘spiegoni’, ossia di ripetute illustrazioni sulla impotenza del sistema giudiziario nei confronti della criminalità a causa di leggi che legano le mani alla polizia, dei mezzi di informazione che spacciano ‘giustificazionismo’ per principi democratici e di giudici che scarcerano troppo facilmente i delinquenti che la polizia ‘mette dentro’ rischiando la vita tutti i giorni.
In sostanza viene detto troppo, piuttosto che mostrato, come dovrebbe essere per il racconto per immagini che è il cinema.
L’impronta giustizialista, data da Steno, che permea il film appare chiara fin dall’inizio, anche se di fronte all’irrompere sulla scena di un’organizzazione clandestina che uccide sommariamente i criminali, il regista , che più volte fa emergere l’idea della opportunità di un ritorno alla pena di morte, tramite l’alter ego Bertoni, pare stigmatizzare l’uso della violenza privata.
La trama è presto detta: si parte con una rapina non riuscita e sfociata in una doppia efferata uccisione e nella fuga dei due criminali. Uno dei due si darà alla macchia sequestrando una donna, prima di essere arrestato e l’altro invece finirà vittima di una associazione segreta molto potente che si propone di far fuori, simbolicamente, varie tipologie di delinquenti, accattivarsi l’opinione pubblica ( affiggono anche manifesti che esortano i cittadini ad aiutarli a “tenere Roma pulita” ) e di sovvertire lo stato per instaurare una dittatura di ferro in cui l’ordine inflessibile regni sovrano.
Il commissario Bertone, fra l’incudine e il martello, mentre affronta le indagini per catturare e assicurare alla giustizia i due rapinatori, con tutte le difficoltà derivantegli dalle pressioni esterne, intuisce e si oppone a questo disegno criminoso, ma paga con la vita questa sua fedeltà alle istituzioni e alla legge.
Il film è stato editato in DVD (Clicca qui per saperne di più)
Regia: Stefano Vanzina [Steno]; Soggetto: Lucio De Caro, Stefano Vanzina [Steno]; Sceneggiatura: Lucio De Caro, Stefano Vanzina [Steno]; Interpreti: Enrico Maria Salerno (commissario Bertone), Mariangela Melato (Sandra), Mario Adorf (dott. Ricciuti, sotituto procuratore Repubblica), Franco Fabrizi (Bettarini), Cyril Cusack (ex questore Stolfi), Laura Belli (Anna Maria Sprovieri), Jürgen Drews, Corrado Gaipa (avv. Armani), Giorgio Piazza, Ezio Sancrotti (commissario Santalamenti), Pietro Tiberi, Diego Reggente, Ada Pometti, Sergio Serafini, Fortunato Cecilia, Ferdinando Murolo (capo squadra “giustizieri”), Gianfranco Barra (agente Esposito), Romualdo Buzzanca, Giovanna Di Vito, Riccardo Mangano, Gianni Solaro, Franz Treuberg, Valentino Macchi (operatore radio), Luciano Bonanni (Raf Valenti); Fotografia: Riccardo Pallottini; Musica: Stelvio Cipriani; Scenografia: Nicola Tamburo; Montaggio: Roberto Perpignani; Suono: Pietro Ortolani; Produzione: Primex Italiana, Dieter Geissler Filmproduktion, München; Distribuzione: P.A.C.; censura: 59835 del 24-02-1972
Recensione di Massimiliano Bellino
Categorie:Poliziesco e noir