Sconvolto dall’assalto di un gruppo di “vigilantes” (in realtà dei nordisti traditori), durante il quale viene gravemente ferito ed è costretto ad assistere allo stupro della moglie, Bryan si trasforma in un feroce e maniaco delinquente. Trovato morente nel suo “ranch” dal “giusto” Daniel, viene da questi rimesso in sesto; e, insieme i due, liberano da una banda di tagliagole il fratello più giovane di quest’ultimo, Robert. Senza lavoro, i tre accettano di mettersi al servizio di un sadico proprietario terriero; ma anche qui ci scappa il morto, e i tre devono fuggire separandosi. Daniel e Robert diventano sceriffi di una piccola cittadina in prossimità del confine con il Messico e la loro esistenza sembra proseguire tranquilla; almeno fino a quando Bryan non riemerge dal passato, oramai divorato dalla follia omicida, cominciando a fare danni. Inevitabile lo scontro finale tra il buono e il cattivo. Mario Siciliano (il dittico comico Trinità e Sartana figli di… e Alleluja e Sartana figli di… Dio, entrambi del 1972) sembra voler qui realizzare il suo C’era una volta nel West; ovviamente le distanze tra lui e Sergio Leone sono siderali; e i risultati – ancorché lodevolmente discreti – lo dimostrano. Dopo una partenza un po’ sconclusionata e incongruente – ingemmata peraltro da dialoghi di una balordaggine unica – la vicenda si snoda con ritmo e un certo interesse, dando ai suoi personaggi un minimo di profondità; e Siciliano riesce in qualche modo a gestire la pellicola, malgrado una durata un po’ eccessiva. Curiosamente, i due protagonisti sono entrambi friulani di origini slave, il misurato – forse anche un po’ raggelato – Ivan Rassimov (Se vuoi vivere… spara, 1967 di Sergio Garrone) e un Gianni Garko (altrove, come nei Sartana “movies” di Giuliano Carnimeo, inappuntabile) decisamente fuori controllo nella sua melodrammatica interpretazione del folle Bryan. Per il resto, oltre all’apporto professionale dei soliti caratteristi dello “spaghetto-western”, è buona la prova di Roberto Miali (7 dollari sul rosso, 1966 di Alberto Cardone), magnetico invece il fascino della mora Elisa Montés (Texas, addio, 1966 di Ferdinando Baldi). Si merita comunque la visione.
Regia: Mario Siciliano [Marlon Sirko]; Soggetto: Eduardo Maria Brochero; Sceneggiatura: Ernesto Gastaldi, D. Chianetta, M. Sirko; Interpreti: Manuel Galiana, Gianni Garko (Brian Care), Ivan Rassimov [Sean Todd] (Daniel), Elisa Montes (Julie), Roberto Miali [Jerry Wilson] (Robert), Luciano Pigozzi [Alan Collins] (Bill Perkins), José Jaspe (Phil), Maria Mizar (proprietaria del saloon), Miguel S. Del Castillo (Tom), Giovanni Scratuglia [Ivan G. Scratuglia], Julio Pefia, Lorenzo Robledo, Albert Cummings, Marco Morelli, Gino Marturano, Carla Calò [Carrol Brown] (mamma Douglas); Fotografia: Gino Santini; Musica: Manuel Parada; Costumi: Rosalba Menichelli; Scenografia: José Luis Galicia, Jaime Perez Cubero; Montaggio: Romeo Ciatti; Suono: Antonio Forrest; Produzione: Metheus Film, Coop. Copercines, Madrid; Distribuzione: Indipendenti Regionali; censura: 51138 del 02-04-1968
Alessandro M. Colombo (c)
Categorie:Spaghetti Western