Ultimo film di Umberto Lenzi che non rende onore alla carriera di un grande regista di genere, uno che ha inventato il cinema popolare, capace di esprimere uno stile personale nel cinema d’azione. Questo action movie girato tra Santo Domingo (Santa Cruz, nella finzione) e Miami è scritto e sceneggiato meglio di Cop Target ma lascia un po’ a desiderare sotto il profilo delle scene d’azione, proprio quelle che hanno reso celebre il regista. La trama, piuttosto articolata, narra le gesta di Hornsby (Napier), un poliziotto dell’FBI in pensione, che si reca ai Caraibi per sconfiggere un narcotrafficante, vendicando la morte della moglie e di un amico. Troverà il suo uomo, dopo molte peripezie e improbabili incontri, con l’aiuto di Rodriguez (Sabelli), un imbranato poliziotto locale, e della sua amante – segretaria (Peynado). Sorpresa finale sulla vera identità del criminale chiamato Il Cobra che si scopre solo nell’ultima scena. Appena in tempo per morire. Buona la prima sequenza vissuta in flashback onirico, che ritorna nel corso del film e fa parte del mistero, bene diverse sparatorie, ma le scene d’azione non sono al meglio, soprattutto non ricordiamo inseguimenti degni di nota. Ricordiamo un’imboscata dei narcotrafficanti in pieno centro di Santo Domingo e un incidente provocato ad arte con successivo scontro a fuoco e relative auto incendiate. Il rapporto tra i due poliziotti (americano e caraibico) – prima conflittuale poi di collaborazione – non è molto naturale, anche perché Napier è più bravo di Sabelli e la sua recitazione risulta superiore. Una coppia di protagonisti piuttosto strampalata: un poliziotto americano in pensione mezzo alcolizzato (si capirà il motivo) e un giovanotto caraibico alle prime armi che combina un sacco di pasticci e vorrebbe far sorridere con battute insipide. La sua imprecazione di culto è Maria madrilena! che nel finale viene ripresa dal collega in partenza per Miami quando viene a sapere che l’amico si sposerà con la segretaria. Tra gli attori spicca una bellissima e conturbante Iris Peynado (Attila flagello di Dio, Non ci resta che piangere …), dominicana naturalizzata italiana, in una delle sue ultime interpretazioni cinematografiche, anche se dopo la vedremo in televisione. Protagonista di alcune sequenze erotiche (molto caste), un accenno di doccia seminuda e di una lunga sequenza travestita da escort per scoprire il narcotrafficante. Fotografia anonima, montaggio compassato, musiche sempre uguali e poco convincenti di Micalizzi. Un film non rilevante nella cinematografia di Umberto Lenzi, da vedere solo per voglia di completezza, per interesse storico, per capire la fine del nostro miglior cinema di genere in anni caratterizzati da Home Video e televisioni private. Dopo andrà pure peggio, comunque …
La critica, come prevedibile, non fa salti di gioia. Paolo Mereghetti (una stella e mezzo): Santo Domingo. Dopo che gli hanno ammazzato sotto gli occhi l’ex partner Mendoza (Warbeck), lo sbirro in pensione Brian Hornsby (Napier) si mette a caccia degli assassini per conto proprio, con l’appoggio del collega Rodriguez (Sabelli). E risale a una sua vecchia nemesi, il Cobra (Brandon). Il copione di Vittorio M. Testa, Steven Luotto e Antonio Miglietta è un’imitazione esotica dei buddy cop movie all’americana, ma Lenzi è più in palla che nel coevo Cop Target. E Napier è un eroe hard boiled coi fiocchi, anche quando recita con la mascella, peccato che Warbeck esca di scena troppo presto e al suo posto imperversi l’inguardabile Sabelli. Scultoreo nudo della Peynado, musiche di Franco Micalizzi. Inedito in sala, si è visto solo in tv”. Condividiamo poco quanto scrive l’illustre critico, a nostro parere Lenzi fa vedere il suo stile molto di più in Cop Target, ma siamo d’accordo sulla scarsità di Sabelli e sulla bellezza della Peynado. Marco Giusti (Stracult): Avventuroso di Lenzi, molto tardo, pensato probabilmente per il mercato estero. Nei Caraibi, un agente dell’FBI e un poliziotto locale indagano su un traffico di droga e sulla misteriosa scomparsa di un americano, collega un tempo dell’agente, che non è affatto morto, ma che anzi è a capo dell’organizzazione criminale”. Un film alimentare, avrebbe detto Lenzi. Peccato che sia stato l’ultimo e non abbia lasciato il miglior ricordo.
Regia: Umberto Lenzi Soggetto: Vittorio M. Testa. Sceneggiatura: Vittorio M. Testa, Steven Luotto, Antonio Miglietta. Fotografia: Marco Onorato. Montaggio: Alberto Moriani. Scenografia: Giacomo Calò Carducci. Musiche: Franco Micalizzi. Aiuto Regista: Riccardo Petrazzi. Produttore: Ezio Palaggi. Case di Produzione: Trinidad Film, Rete Italia. Distribuzione: Delta Film. Interpreti: Charles Napier (Brian Hornsby), Stefano Sabelli (Rodriguez), Iris Peynado (Candelaria), David Brandon, Bettina Giovannini, Stelio Candelli, David Warbeck, Salvatore Lago, Emy Valentino, Italo Clemente, Marco Felicioli, Enzo Frattari, Marco Onorato, Riccardo Petrazzi, Roberto Ricci, Marcello Tallone, Doris Susanna Von Thury, Elena Wiedermann. Titolo internazionale: Mean Tricks (1992).
Categorie:Poliziesco e noir