Drammatico

COSÌ COME SEI (1978) di Alberto Lattuada – recensione del film

A ormai più di quarant’anni dalla sua uscita, Giovanni Grazzini definisce Così come sei un “fotoromanzo” pieno di “sfrenato sentimentalismo”. La critica italiana fu divisa e diffidente: data la presenza di Mastroianni, il nome del regista e una gestazione cominciata ben 5 anni prima dagli sceneggiatori Enrico Oldoini e Paolo Cavara, ci si aspettava forse qualcosa di più.

In realtà in pochi han saputo cogliere la complessità di un’opera che intende riassumere il cinema di Lattuada, celebrando in grande stile la sua mai nascosta passione per le “fanciulle in fiore”. Qui se ne contano addirittura tre, tutti grandi avvii di carriera, la protagonista Nastassja Kinski, da quel momento lanciata in Italia, e le giovanissime Barbara De Rossi e Anja Pieroni, entrambe per la prima volta sul grande schermo e destinate a diventare presto piuttosto richieste.

Il protagonista maschile, Giulio Marengo (Mastroianni), si aggira intimidito in mezzo a un gineceo composto rispettivamente da moglie, figlia, amante ventenne e sue provocanti amiche, che civettano senza indugi con lui.

Questa ventenne è una studentessa molto avvenente e peperina, chiamasi Francesca (Kinski) e conosce casualmente Giulio nel giardino di una villa rinascimentale fuori Firenze, dove lui, architetto, si è recato per dei sopralluoghi.

Il primo approccio è molto audace da parte di lei, che, dopo essersi fatta dare un passaggio, scappa via, ma lascia a Giulio il suo numero di telefono. Da qui inizia una storia passionale, tormentata e burrascosa, complicata anche da alcuni angoscianti dubbi fatti venire a Giulio da alcuni suoi amici, sulla possibilità che Francesca possa essere una sua figlia mai conosciuta, avuta da una compagna precedente ora scomparsa.

Allevata da un padre putativo che l’ha trascurata, Francesca non immagina nemmeno che l’uomo che tanto desidera possa essere un consanguineo, ma, anche, quando Giulio, con mille sforzi accenna alla questione, lei sembra non preoccuparsene più di tanto. Da sempre alla ricerca di un padre affettuoso queste due facce dell’amore non sembrano affatto dispiacerle.

I due amanti vivono una vacanza all’insegna del divertimento e della passione in un grand hotel di Madrid, dopo la quale Giulio, pressato da sensi di colpa, da una figlia dell’età di Francesca rimasta incinta, da una moglie che ha capito tutto e che lo vorrebbe lasciare, decide, forse, che il suo ruolo è quello del ritiro. Ma è poi Francesca a lasciarlo, in un finale sospeso, quanto prevedibile.

Così’come sei può essere letto come una metafora della contraddittoria e alienante condizione borghese in bilico tra l’infrazione di certi tabù morali (l’incesto) e il contemporaneo bisogno di preservarli, all’insegna dell’amore come alibi e strumento di salvezza per l’iniquità del mondo contemporaneo, legittimato in ogni sua forma.

Dialogo chiave del film è quello che avviene tra Giulio e il suo amico Lorenzo. Lorenzo cita e commenta la definizione di incesto da un’enciclopedia: “rapporto sessuale fra persone legate da quei rapporti di affinità e consanguineità che oppongono impedimento assoluto al matrimonio”..Dice “al matrimonio, non “all’amore!” Questo terrore è stato invitato dagli uomini, non dalla natura!”

L’ idea di questo Eden pagano e libertino è un po’ sottolineato dal primo incontro, quasi magico e onirico tra Francesca e Giulio alla villa, ma il puro istinto di evasione e di piacere viene spesso interrotto e inquinato dal senso di colpa o dal senso di realtà che vuole prevalere sul resto. Qui sta tutta la forza melodrammatica del film, le tensioni di opposti sono, però, ben serrate e rilasciate nei momenti giusti. A fare da cornice al tutto, è il formalismo estetico che disegna i personaggi ripresi, quasi come ritratti artistici, una sensualità straripante e dirompente del corpo femminile, creata attraverso il sapiente uso delle inquadrature, della luce e delle bellissime pose ed espressioni della Kinski, che sembra copulare con la camera. La recitazione di Mastroianni, misurata e credibile fa da contraltare a quella trasognata della Kinski. I due personaggi sembrano una bella accoppiata e vengono abbracciati dalle partiture sinfoniche di Morricone, che, per l’occasione prende a prestito una traccia disco-music, poi riutilizzata anche in Un sacco bello e Bianco, rosso e Verdone. Si tratta di Dance on, con un intro di chitarra elettrica ripresa anche come base per la sigla di un cartoon del periodo Supercar gattiger.

così come sei - locandina

Regia: Alberto Lattuada Soggetto: Enrico Oldoini, Paolo Cavara Sceneggiatura: Enrico Oldoini, Alberto Lattuada Interpreti: Marcello Mastroianni (Giulio Marengo), Nastassja Kinski (Francesca), Francisco Rabal (Lorenzo), Monica Randal (Luisa, moglie di Marengo), Giuliana Calandra (Teresa), Anja Pieroni (Cecilia), Barbara De Rossi (Ilaria Marengo, la figlia), Pia Attanasio (contessa Archi), José Maria Caffarel (Bartolomeo, patrigno di Francesca), Massimo Bonetti (allenatore cavalli), Alberto Lattuada (barbone alla stazione), Mario Cecchi (giardiniere), Raimondo Penne (notaio), Claudio Aliotti, Adriana Falco, Rodolfo Bigotti Fotografia: José Luis Alcaine Musica: Ennio Morricone Costumi: Bona Nasalli Rocca Scenografia: Cruz Balestrena, Luigi Scaccianoce Montaggio: Sergio Montanari Suono: Mario Dallimonti Produzione: San Francisco Film, Cinematográficas Ales, Madrid Distribuzione: C.E.I.A.D. Visto censura: 72257 del 23-08-1978

Recensione a cura di :

Guido Colletti

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