Presentato al X Festival di Cannes, Guendalina rappresenta uno spartiacque nella filmografia di Alberto Lattuada. Si potrebbe dire che con questo film si apra la fase del lolitismo cinematografico del regista milanese, caratterizzato dalla ricerca di giovani volti femminili esordienti.
“Guendalina” è il nome della protagonista di questo film, un’adolescente in fiore, interpretata dalla francese Jacqueline Sassard, la prima di una serie di muse ispiratrici del cinema lattuadiano.
Con una forte impronta da “nouvelle vague” Guendalina, rigorosamente in bianco e nero, è un film di formazione che si appoggia su storie della quotidianità, orientato però a fare emergere conflitti familiari e amorosi.
L’ambientazione borghese e balnerare (siamo in Versilia durante l’estate) ci dà un affresco sincero dei vizi e delle virtù, dei problemi di un quadretto familiare, segnato da incomprensioni e turbolenze di coppia. In mezzo ci annaspa la vivace Guendalina, figlia unica, tipica ragazzina viziata che annusa l’aria, tasta il terreno, si nutre di nuove esperienze estive con innocente entusiasmo e una linfa vitale fanciullesca a volte spiazzante.
Sa il fatto suo e le sta molto stretta la dipendenza con la famiglia, ma ama moltissimo il suo papà; il realtà la sua invadenza e il suo egocentrismo sono la banale richiesta di attenzioni per nascondere l’oscura paura della solitudine; intreccia poi un flirt con un coetaneo, Oberdan, di estrazione sociale diversa dalla sua, ma non saranno tutte rose e fiori.
Il film non ha un lieto fine, la fine della stagione estiva segna anche quella di un amore. Ciò nonostante la separazione da Oberdan sembra quasi un passaggio rituale e ineluttabile per far riconciliare i genitori di Guendalina. Tutto ritorno come prima, ma gli equilibri familiari si sono salvati.
La parola “fine” si disegna nel varco del tunnel che il treno ha appena superato.
Guendalina ci lascia comunque un ricordo positivo e ci permette, al tempo stesso, di entrare in sintonia con l’universo poetico e creativo di Lattuada e la sua indubbia capacità analitica, marca distintiva dei suoi film a venire: l’innocenza dalla quale traspare la malizia erotica in una giovane donna, la condanna del modello educativo e morale borghese e il desiderio di superarlo a volte con insuccesso, i difficili rapporti tra i due sessi, una grande ricchezza di simbolismi, non solo sessuali e, naturalmente, inquadrature impeccabili, eleganti.
Il formalismo, ma anche i dialoghi, i messaggi sottesi, fanno di Guendalina un film incredibilmente moderno per i tempi. Avvalendosi di Valerio Zurlini come soggettista e di Benvenuti e De Bernardi alla sceneggiatura, il film riscuote un discreto successo anche tra il pubblico, con un incasso pari a 565 milioni dell’epoca.
Il film è stato pubblicato in Dvd (clicca qui per saperne di più).
Regia: Alberto Lattuada Soggetto: Valerio Zurlini Sceneggiatura: Leonardo Benvenuti [Leo Benvenuti], Piero De Bernardi, Alberto Lattuada, Jean Blondel Interpreti: Jacqueline Sassard (Guendalina Redaelli), Raf Vallone (Guido Redaelli, padre di Guendalina), Sylva Koscina (Francesca Redaelli, madre di Guendalina), Raffaele Mattioli (Oberdan Pancani), Leda Gloria (madre di Oberdan), Lilli Cerasoli (Bianchina Norman), Enzo Cerusico (postino), Giancarlo Cobelli (Memo, il barbiere), Antonio Mambretti (industriale), Carla Gravina (amica di Guendalina), Fanny Landini (Attilia, la cameriera), Loretta Capitoli (ragazzina sorda), Leonardo Botta (Gianluca), Flavia Solivani (Italia, sorella di Oberdan), Antonio Cianci [Tonino Cianci] (primo ragazzo in macchina), Decimo Cristiani (secondo ragazzo in macchina), Titti Fabiani, Nadia Scarpitta, Pietro Malò, Emanuele Pantanella, Geronimo Meynier (ragazzo al mare), Fiammetta Lovatelli, Patrizia Lari (ragazza al amre), Fiorella Lavelli, Patrizia Tosi, Donatella Bardzky Fotografia: Otello Martelli Musica: Piero Piccioni [Piero Morgan] Costumi: Orietta Nasalli Rocca Montaggio: Eraldo Judiconi [Eraldo Da Roma] Suono: Paolo Uccello, Mario Amari Produzione: Cei-Incom, Carlo Ponti, Films Marceau, Paris Distribuzione: Cei-Incom Censura: 23596 del 15-02-1957
Recensione di Guido Colletti
Categorie:Commedia, Sentimentale