Drammatico

A CIAMBRA (2017) di Jonas Carpignano – recensione del film

Dopo Mediterranea (inedito in Italia), A Ciambra è la seconda opera diretta dal regista italo-americano Jonas Carpignano. Il film che si avvale del supporto come coproduttore esecutivo  di Martin Scorsese, che per l’occasione ha assegnato alla pellicola un fondo creato con altri produttori per supportare registi emergenti, è stato selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 2018 come Miglior Film in Lingua Straniera, anche se successivamente è stato escluso. Poco importa. Seguendo quella che è una tendenza del Cinema dei nostri giorni, Carpignano ci presenta una storia con un montaggio simil documentario. La storia è semplice: Pio è un ragazzino che vive il passaggio adolescenziale verso l’età adulta, con tutta la foga e le emozioni del caso. Il giovane vive in una situazione di povertà e ignoranza, dove si sopravvive di espedienti, tra piccoli atti illegali, ignoranza e poca empatia.
Il film prende il titolo da un quartiere periferico di Gioia Tauro, un pezzo di terra desolata, dove convivono Rom e Africani, minoranze etniche che sopravvivono ad un Paese che li accoglie ma preferisce non vederli. Pio è un ragazzo buono, scaltro, intelligente, intrapendente, responsabile e caparbio. Un eroe che si occupa della sua famiglia, senza se e senza ma. Che vive nell’unico modo che gli è stato insegnato ma che non lo subisce passivamente.
A Ciambra è un film volutamente duro, che a primo impatto infastidisce mostrando una parte di quell’Italia che preferiresti sapere che no c’è, ma man mano che lo guardi, nel seguire Pio, nel suo procedere senza timore, smetti di ragionare in termini di etnia, di povertà, di rifiuti, di illegalità e guardi oltre e ti accorgi della dolcezza, dei rapporti umani, del bisogno di aiutare e aiutarsi. Ogni singolo fotogramma ha una sua bellezza, che sfocia tutta nella sequenza notturna finale, tra un abbraccio e una ferita sanguinante, tra una prostituta che ti “fa uomo” e il tornare a casa, come sempre.
Quella sensazione di limbo data dai colori, dalla claustrofobia di Pio, dalle inquadrature strette e veloci, si apre nella sequenza ultima e ti libera l’emozione semplice che è cresciuta per tutto il film: la consapevolezza che non siamo cosi diversi, ne cosi lontani.

Il film è stato pubblicato anche in DVD (clicca qui per saperne di più).

a ciambra locndina

Regia: Jonas Carpignano: Sceneggiatura Jonas Carpignano Produttore: Christoph Daniel, Marc Schmidheiny, Rodrigo Teixeira, Ryan Zacarias, Gwyn Sannia, Paolo Carpignano, Jon Coplon Produttore esecutivo: Martin Scorsese Casa di produzione: Stayblack, RT Features, Rai Cinema, Sikelia Productions Fotografia: Tim Curtinn Montaggio: Affonso Gonçalves Musiche: Dan Romer Scenografia: Marco Ascanio Viarigi Interpreti e personaggi: Pio Amato: Pio; Koudous Seihon: Ayiva; Iolanda Amato: Iolanda; Damiano Amato: Cosimo.

Recensione di Erica Salvatore

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