Drammatico

IL DITO NELLA PIAGA (1969) di Tonino Ricci – recensione del film

Storia di tre uomini in fuga senza meta, due bianchi e un nero, tre soldati americani nella campagna italiana devastata dalla seconda guerra mondiale. Due di loro sono condannati a morte (Kinski e Saunders), mentre il terzo è colui che deve comandare l’esecuzione (Hilton). L’esecuzione non ha luogo poiché interrotta da un attacco nemico. Nel fuggifuggi generale del plotone, tra morti ed esplosioni, rimangono in vita solo loro tre, costretti o forse no a vagare insieme verso una salvezza che chissà dove si trova. Il giovane soldato interpretato da Hilton, ligio al dovere, resta sulle prime fedele all’ordine e tenta ancora di eseguire di persona la sentenza, ma i condannati riescono a sopraffarlo e disarmarlo. Restano insieme come se nulla fosse perché ormai eseguire gli ordini non ha più senso. Si mettono al collo le medagliette di alcuni soldati morti per nascondere le reali identità, e da disertori raggiungono il paesino di San Michele (in realtà Montecarlo, comune di Lucca), dove gli spauriti abitanti esultano alla vista delle divise americane, miraggio di salvezza dai tedeschi. È festa grande, si beve e si balla. I tre soldati hanno tempo per riposare, ma è un riposo amaro. Kinski s’innamora di una giovane del luogo, ma non potendo fare a meno di cedere alla sua vocazione ladresca tenta di rubare il tesoro del paese nascosto in chiesa. Hilton lo sorprende, lo picchia e lo apostrofa come “schifoso”. Saunders invece stringe amicizia con un bimbo cui non importa nulla se l’amico straniero ha un altro colore di pelle. Il nemico avanza, attacca il paesino e compie una strage mentre si celebra la processione religiosa. Le illusioni e le speranze di pace sono violentemente negate. Simbolica l’immagine del carro armato che avanza e schiaccia la statua di San Michele abbandonata nella concitazione in mezzo alla piazza del paese. Sarà l’occasione di riscatto per i tre, i quali non hanno più nulla da perdere. Molti temi in un susseguirsi di deflagrazioni: la citazione della genesi biblica nel prologo, l’umanità accecata e divisa da barbarie gratuite, il razzismo, il pentimento e il riscatto, la fratellanza perduta.

Klaus Kinski e George Hilton, George Hilton e Klaus Kinski, questa la coppia di nomi ripetuti e invertiti sia sui poster che nei trailer del film. Ma i protagonisti della disavventura sono tre: c’è anche Rai Saunders, stuntman afroamericano con numerose partecipazioni secondarie in film americani e italiani (tra gli italiani Città violenta, Per una bara piena di dollari, Una pistola per cento croci). Tonino Ricci alla sua prima regia gira un film lontano da fedeli ricostruzioni storiche ma interessato a un racconto on the road, scritto con Piero Regnoli. Non c’è intrigo, c’è un viaggio breve e bastardo di tre anime segnate e trasformate dalla guerra, tre anime non più fedeli a questa o a quella divisa, a questo o quell’altra nazione o esercito, ma accomunate dallo spontaneo attaccamento alla vita. Gli spunti sono molteplici, Ricci è agile, porta avanti l’azione con niente, s’affida alle espressioni o alle non-espressioni dei tre sbandati. Kinski e Hilton offrono memorabili enfatizzazioni e smorfie di smarrimento e rabbia, quasi non profferiscono parola e i loro silenzi costituiscono da soli la narrazione di buona parte del film. Le loro curiose interpretazioni, volontarie o meno, valgono da sole la visione. Kinski è sicuramente il personaggio più controverso, il mito ambiguo, e come spesso accade egli stesso diventa “il film”. Hilton, composto e sempre ben pettinato (una splendida carriera di più di settanta film e quasi sempre lo stesso taglio di capelli), incarna il dovere, l’austera autorità. Atmosfera malsana e buona fotografia dai colori pastello di Sandro Mancori. Il film ricorda alla lontana Seduto alla sua destra, capolavoro spirituale d’ambiente bellico di Valerio Zurlini uscito l’anno precedente, cui gli autori si sono forse ispirati.

Il film è stato pubblicato in DVD (clicca qui per saperne di più).

il dito nella piaga locandina

Regia: Tonino Ricci; Soggetto: Tonino Ricci; Sceneggiatura: Tonino Ricci, Piero Regnoli; Interpreti: Klaus Kinski (caporale Norman Carr), George Hilton (tenente Michael Sheppard), Ray Saunders (Calvin Mallory, il negro), Betsy Bell (Daniela), Enrico Pagano (Mascetti), Ugo Adinolfi (soldato americano), Umberto Cecconi (barbiere), Roberto Pagano (piccolo Michele), Franco Cobianchi [Lanfranco Cobianchi], Marta Salvadori (ragazza), Piero Mazzinghi (parroco don Ferdinando), Emilio Cigoli (voce narrante); Fotografia: Sandro Mancori; Musica: Riz Ortolani; Costumi: Elio Micheli; Montaggio: Antonietta Zita; Suono: Ivo Benedetti, Giovanni Laureano; Produzione: Cine Azimut; Distribuzione: Euro International Films; Visto censura: 54294 del 05-08-1969

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