Articolo

“Zeus” di Emimmo Salvi, il film che non vide mai la luce per la tragica fine del suo regista

La storia di Emimmo Salvi potrebbe essere tranquillamente inserita tra le tante dei numerosi registi che tra gli anni ’60 e ’70 si sono cimentati nel cinema popolare italiano, se non fosse per alcuni elementi che ne offrono una connotazione peculiare. Dopo diversi anni di gavetta (ispettore di produzione per Fellini, produttore di peplum…), si lancia nella regia di film di genere, inseguendo i filoni allora in voga, cioè il peplum e il western. Dal 1962 al 1967 dirige otto film che ottengono un discreto successo, realizzati con una discreta dignità professionale e nell’ottica di una loro facile distribuzione nelle sale. In questo periodo si intensifica anche un’amicizia con Gordon Mitchell, presente in moltissimi dei suoi film nei classici ruoli dell’eroe o del cattivo, che va oltre alla collaborazione professionale, come testimoniato da numerose foto conservate nell’archivio conservato dall’attore americano.

Dopo questa intensa attività da regista, per oltre dieci anni Salvi scompare di scena, senza dedicarsi ad altri generi, nemmeno come sceneggiatore. Dietro questa scelta pare nascondersi la disastrosa situazione economica del regista, sommerso dai debiti, come testimoniato dall’attrice cubana Bella Cortez, convolata a nozze con il regista nel 1963, in un’intervista (1): «ho avuto alcuni grandi problemi finanziari con Salvi perché lui non pagava i debitori, aveva debiti per oltre 400 milioni di lire. Il mio nome insieme al suo fu riportato su tutti i giornali. Mi infuriai perché mi aveva coinvolto in una questione in cui non c’entravo nulla. Lo lasciai e non volli più lavorare con lui.» Anche a Stracult (21 dicembre 2010) Ugo Rossetti, impegnato come produttore prima di diventare titolare della nota catena di mobilifici, conferma la situazione precaria del regista: «bravissimo, però non gli dovevi prestare i soldi, perchè se gli prestavi i soldi non gli pigliavi più!». Nello stesso concorre anche il ricordo di Valerio Attanasio, regista e parente per parte di padre di Salvi: «Mimmo era la disperazione della famiglia (una buona famiglia, piuttosto benestante): fare il cinema all’epoca veniva visto come un qualcosa di squalificante, anche perché ad un iniziale successo, con ottimi guadagni, era seguita per Mimmo una velocissima caduta sia in termini economici che di autostima». A completare il quadro del regista, Attanasio ha anche raccontato che Salvi «in realtà si chiamava Mimmo, diminutivo di Domenico… la lettera “E” la aggiunse lui in omaggio ad una donna che amò molto (…) forse un’attrice, che poi se n’era ripartita per il Sudamerica. Sinceramente non so che fine abbia fatto questo figlio… ora dovrebbe avere almeno una cinquantina d’anni…».

Nonostante la complessa situazione personale ed economica, nel 1978 esce nelle sale la commedia grottesca Pugni, dollari e spinaci, probabilmente realizzata su commissione (o, perlomeno, con un’ingente contributo) della Surgela di cui vengono inquadrate le piantagioni di spinaci, in quanto progetto estemporaneo rispetto alla normale produzione del regista. La pellicola ottiene infatti scarso successo nelle sale, pur ottenendo una proiezione in concorso al Giffoni Film Festival.

L’ultimo progetto a cui si dedica il regista rientra nei binari del peplum ed è Zeus, realizzato nel 1982, che, a giudicare dal materiale fotografico reperibile, sarebbe stata una rivisitazione della mitologia greca in chiave “aggiornata”. Oltre al solito Gordon Mitchell, accreditato come in Pugni, dollari e spinaci con il vero nome Charles Pendleton, vi recitavano i cascatori Osiride Pevarello e Stefano Salvatore Momilia che interpretava Yoro . Quest’ultimo mi conferma che qualche scena venne girata in uno studio vicino alla stazione Tiburtina situato sotto un cavalcavia (tra cui una di lotta con Gordon Mitchell), mentre a sentire il racconto di Gordon Mitchell il film non venne iniziato (o forse ne vennero girate poche scene). In effetti le foto di scena mostrano gli attori all’interno di scenografie più post-apocalittiche che classiche con gli attori mascherati: l’impegno produttivo dietro al progetto era comunque discreto. Le testimonianze più corpose del film, in attesa di poter identificare con più certezza il cast e la troupe coinvolta, sono una locandina, destinata al marchè di Cannes, e un press-book. In una foto di scena Gordon tiene in mano il press-book, evidentemente realizzato per promuovere il progetto, come spesso avveniva all’epoca.

La locandina – che utilizza il titolo Zeus contro l’universo – riconduce la pellicola alla società Alsen, attiva negli anni ’80 e ‘90 come casa di distribuzione di film animati e successivamente d’essai: i suoi soci erano Ghebri (Gabriele) Glam, Ines Aghib e Ester Gerbi ed è stata dichiarata fallita nel 1995. Curiosa l’espressione nella tagline di “fanta-mitologia”. I crediti riportati nella locandina, fitti di pseudonimi, sono i seguenti:

  • Con Alan Jakher nel ruolo di Zeus – Gordon Mitchell nel ruolo di Kronos – Jane Milton nel ruolo di Giunone – Mike Torres – Carroll Welles – Gundar Rools – Nat Skane. Regia: Emimmo Salvi- Sceneggiatura: Harold Temple – Dom. Salvi – Mac. Bufalino – Amb. Molteni – Sergio Tocci. Copyright: Mac. Bufalino – 1981 Kodak Easteman Color. System: Trid-Vision-To. Vendite all’estero: Cinestampa internazionale. At Cannes contats: Scino Glam – Silvestro Rocchi

Tanti pseudonimi sembrano scollegati dal vero nome degli attori, molto probabilmente italiani. Nella sceneggiatura, oltre allo stesso Salvi, si ritrovano Maria Carla Bufalino, impegnata anche nel copione di Pugni, dollari e spinaci, Palmambrogio Molteni, prolifico sceneggiatore, e Sergio Tocci, già sceneggiatore per Salvi in due occasioni (Un gangster venuto da Brooklyn e Simbad contro i sette saraceni).

Il pressbook è corredato di numerose foto che rappresentano le varie scenografie e i costumi degli attori: praticamente assenti vere e proprie foto di scena con gli attori di azione, ad ulteriore segnale che il libretto venne predisposto in una fase iniziale del progetto, tanto che la scheda tecnica, più ampia di quella della locandina, presenta delle difformità con la locandina:

  • La Pianeta 7 Cinematografica presenta Zeus con Airon Hickis (Zeus), Navacha Windles (Giunone), C. A. Pendleton (Kronos), Istor Trans (Nerele), Kaury Skermans (Gea), Mounty Desmont (Yoro), Elephant’s feet (Thano), Masra Ophrys (Rea), Diao Darwell (Sir).
  • Regista: Domingo Haman – Emimmo Salvi. Regista esterni: Richard Henyog. Produttore: Mac Rufus. Direzione effetti speciali: Albert Thomas. Soggetto: Mac Bufalino. Sceneggiatura: Mac Bufalino – Domingo Haman – Richard Henyog. Direttore luci: Francisco Trumblo. Creazioni artistico-elettroniche: Edgardo Bonazzi. Progettazione ricostruzioni: Ing. Albert Ricci. Scenografie: Stephan Moretti e Ing. Sante Ingegneri. Direzioni costruzioni: Nick Freeman. Musiche: Igor Baltman. Montaggio: Cesar Blank. Trucco: Frank Mecacci. Pellicola Eastmancolor.

In questi dati tecnici, con pseudonimi completamente diversi rispetto a quelli della locandina, si possono riconoscere al montaggio Cesare Bianchini e al trucco Gianfranco Mecacci. Per la cronaca risulta depositata alla Biblioteca Chiarini un copione, intitolato Zeus, a firma di Salvi e della Bufalino. (2).

Emimmo Salvi

Purtroppo Zeus non vide mai la luce, Salvi, a riprese iniziate, si suicidò, a raccontarlo fu l’amico Gordon Mitchell, uno dei pochi che gli rimase accanto fino alla fine, questo il suo racconto: «Emimmo committed suicide because he got diabetes. (…) And then his legs started to go, and all that. In fact he called me the day before. He said, “Look, I’m in a hospital. But in the morning we’re going to meet with the producer and we’re going to make this film, Zeus.” They had already spent six months working on the technical part; really beautiful. Bonati made all the… like E.T. Bonati actually made the masks for the gorilla in King Kong. He made the masks for E.T. Anyway, Emimmo on the phone was crying; he was so happy we were going to make another film. The next day, a friend of mine told me that Emimmo killed himself. They couldn’t find the gun, though. I just felt so sorry about it.». (3)

  1. https://www.scarpesciuote.it/2020/10/01/bella-cortez-la-principessa-cubana-del-cinema-peplum-italiano-degli-anni-sessanta/
  2. https://bibliochiarini.sebina.it/opac/resource/zeus/CSC0049088
  3. Emimmo si è suicidato perché aveva il diabete. (…) le sue gambe avevano iniziato a cedere come tutto il resto. In effetti mi aveva chiamato il giorno prima, e mi disse: “Guarda, sono in ospedale. Ma domani incontreremo il produttore e faremo questo film, Zeus”. Aveva passato sei mesi a lavorare sulla parte tecnica; davvero bellissima. Bonati aveva fatto tutto… come per E.T., Bonati aveva fatto le maschere per il gorilla in King Kong. Aveva fatto le maschere per E.T. Comunque, Emimmo al telefono piangeva, era felice perché avremmo fatto un altro film. Il giorno dopo un amico mi comunicò che Emimmo si era suicidato. Però, non hanno trovato la pistola. Mi è dispiaciuto molto” Fonte: – http://wconnolly.blogspot.com/2010/05/gordon-mitchell-on-emimmo-salvi.html




Articolo di Gianluca Panzeri


Se ti è piaciuto questo articolo continua a seguirci sulla nostra pagina Facebook (clicca qui).

Questo sito nasce dalla collaborazione dei membri del gruppo Facebook “Cinema di genere italiano”, (se vuoi saperne di più clicca qui)

Lascia un commento