Commedia

LA SPOSINA (1976) di Sergio Bergonzelli – recensione del film

La sposina (1976) lancia una meteora come Antinesca Nemour in un periodo caratterizzato da diverse bellezze televisive impegnate nel cinema sexy. Antinesca Nemour fa la stessa fine di Sabina Ciuffini, interpreta un film e poi scompare, pure se nel suo caso la pellicola non è inguardabile. A gennaio 2005 è uscita nel ciclo Porcellini, una delle serie migliori trasmesse dal satellitare Happy Channel. Bergonzelli, in puro stile Joe D’Amato, si occupa di soggetto, sceneggiatura e regia, la produzione è povera, ma le idee sono divertenti. Nico Fidenco dà un tocco d’artista firmando le musiche, forse pure troppo visto il livello del film. Antinesca Nemour è Chiara, la moglie un po’ puttana di Carlo De Mejo (un attore che dire pessimo non rende bene l’idea), uno scrittore impotente che non riesce a pubblicare un romanzo. Antinesca si accorge del grave difetto fisico del marito solo dopo il matrimonio, perché prima delle nozze lui diceva di volerla rispettare. Nel film si scambiano i ruoli tipici della società maschilista e vediamo Antinesca impegnata a farsi diversi bei ragazzi prima di convolare a giuste nozze. Nel cast troviamo un ottimo Riccardo Garrone nei panni dell’editore che pubblica il libro di De Mejo solo per farsi la Nemour. Alla fine il marito scopre il tradimento e la rabbia che sfoga contro l’editore e la moglie gli fa recuperare la virilità. Come dire che non tutte le corna vengono per nuocere. Un anno dopo l’uscita di questo film piuttosto innocente e con poche scene di nudo viene realizzata una versione porno da vendere sul mercato orientale. Il nuovo titolo hard è Taxi Love servizio per signora (1977), la storia viene rimontata e infarcita di inserti porno che non sono girati da Antinesca Nemour. La sposina è un film più comico che erotico, però Bergonzelli sa essere malizioso e la bella telefonista di Portobello dà il meglio di sé in alcune sequenze erotiche. Si pensi alle avances spinte di Tiberio Murgia (altro ottimo caratterista), padrone del negozio dove la sposina lavora. Lui ha promesso di presentare il marito all’editore Garrone ma in cambio vuole farsi la Nemour che si concede a gambe larghe sul tavolo dello studio. Prima era stato un cliente a scatenare le voglie represse della sposina in calore mentre ascoltavano un sensuale brano musicale. In un’altra occasione Antinesca mostra le lunghe gambe dall’alto di una scala in una scena a imitazione di Malizia. Quando entra in azione Garrone ci sono altre situazioni erotiche abbastanza riuscite con l’editore nei consueti panni dello sporcaccione che vuole concupire la giovane sposa. Antinesca Nemour ne viene fuori abbastanza bene: certo, la sua recitazione lascia a desiderare ed è doppiata alla grande, ma la bella telefonista sa essere sexy e maliziosa. Non basta per cambiare il suo destino di meteora. Non la vedremo più.

la sposina locandina

Regia: Sergio Bergonzelli Soggetto: Sergio Bergonzelli Sceneggiatura: Sergio Bergonzelli, Leandro Lucchetti Interpreti: Antinesca Nemour (Chiara), Carlo De Mejo (Massimo Raimondi), Magda Konopka (Margot), Riccardo Garrone (editore Arnaldi), Tiberio Murgia (Mancuso), Aldo Massasso (cognato di Chiara), Alfredo D’Ippolito (Adolf, detto “Cicillino”), Gregorio Gandolfo, Paola D’Egidio, Guido Renzi, Patrizia Luparia Fotografia: Claudio Morabito Musica: Nico Fidenco Scenografia: Andrea Fantacci Montaggio: Luciano Cavalieri Suono: Francesco Gargiulo Produzione: Akademia Cinematografica, Coin Film Distribuzione: Inter Record Cinematografica censura: 68499 del 19-05-1976.

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Categorie:Commedia, Commedia Sexy

3 risposte »

  1. Meteora mica tanto, la Nemour era già in “Salò” di Paolini, ha una dozzina di titoli all’attivo più qualche uncredited, ma quello che mi ha spinto a scrivere è il “non la rivedremo più”, già…ha fatto “solo” altri sei film…
    Posso anche capire che uno spari a zero su di un solido caratterista come Carlo de Mejo…ma prima di scrivere delle “sciocchezze” e sono gentile, una passatina su IMDb la farei, è gratis ed evita di postare articoli che sono privi di una solida base.
    L’essere giornalisti non lo si inventa, critici cinematografici pure. Potete anche cancellare questo mio sfogo, ma per carità…riscrivete l’articolo !!! Se vi fregiate del titolo di cinema italiano database non potete lasciare scritta una cosa del genere.

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