Buttarla in caciara, è un espressione romana che nel suo significato più intrinseco serve ha identificare quel tipo di pratica all’interno di una discussione, dove, quando uno dei due interlocutori si rende conto che le idee espresse sono messe in dubbio o tantomeno non hanno una piena aderenza con la discussione in corso, inizia ad avere un comportamento provocatorio tediando il dialogo verso argomentazioni poco inerenti con quanto fino a quel momento trattato. Questa pratica, con l’evoluzione tecnologica ha trovato piena applicazione tra i fruitori del web 2.0, diventando una delle attività preferite di molti utenti social. Restando nell’ambito degli appassionati di cinema, la pratica in questione viene spesso messa in atto per denigrare, ogni volta che se ne offre l’occasione, le opere di Dario Argento. Puoi parlar bene di Suspiria, di Profondo Rosso o altro, ma aspettati che prima o poi nel bel mezzo della discussione arriverà sempre colui che buttera in caciara la discussione citando le sue opere meno riuscite, con l’intento di cambiare l’argomento e, ovviamente, gettare merda sull’intera opera del maestro del brivido. Alla lunga si viene a creare la percezione, per coloro che sono poco efferati in materia, che per il nostro povero Dario non esiste più il suo glorioso passato, ma solo un presente da dimenticare. Indubbio è che i maggiori fruitori dei social network siano i nativi digitali, per la maggior parte nati in questo nuovo millenio, e che la loro presenza sia più marcata in confronto a chi viene, come me, dal mondo analogico; con il risultato che per loro gli insuccessi del presente mettono in ombra quelli del passato. Consapevoli che i social e tantomeno il web non sono in nessun modo lo specchio del paese reale, molte volte, specialmente quando si passa più tempo su internet che all’aria aperta, si inizia a confondere il virtuale con il reale e si rischia di dare troppo credito a quei trend lanciati da quei piccoli gruppi rumorosi, che hanno la capacità di confondere la percezione.
Partendo dalla convinzione che il publico è sovrano, e che il giudizio da parte dei critici non ha mai avuto il potere nel far cambaire i gusti delle persone, ho voluto constatare di persona se Argento effettivamente è percepito così negativamente; anche in funzione alla cattiva fama di alcuni film ritenuti minori. Per farmi un’idea di come stavano realmente le cose sono andato su IMDB (Internet Movie Data Base) a visionare i giudizi dati dagli utenti sparsi nelle varie parti del mondo, perciò non solo in Italia. L’analisi di tale giudizi, ovviamente, non ha nulla di scientifico, visto che non tutti i film hanno lo stesso numero di voti e che questi sono scelti nella piena libertà di chi esprime il proprio parere, però l’alto numero di preferenze date ai singoli film fanno in modo che il voto medio che ne scaturisce si avvicini di molto ad un dato di gradimento reale. I voti vanno dalle quasi 100.000 preferenze date a Suspiria alle sole 638 de Le cinque giornate. Anche se quest’ultimo è un caso limite perché il film non ha mai avuto la stessa visibilità delle altre opere girate dal maestro, oltre al fatto che è l’unico della sua filmogrfia a non appartenere al genere thriller/horror.
Analizzando i dati, la prima cosa che salta agli occhi è il fatto che i film con il maggior numero di preferenze espresse sono quelli che di fatto hanno avuto un’accoglienza positiva da parte del pubblico. Come potete constatare da soli, più un film ha ottenuto una media alta e più è alto il numero dei votanti, lasciando intendere che chi apprezza maggiormente un opera, più facilmente sarà portato ad esprire il suo gradimento dando il suo giudizio tramite il voto. Di contro si tende a non votare la pellicola poco gradita, come a voler dimenticare quanto visto.
In conclusione si può dire, che è vero che la produzione cinematografica di Argento ha avuto due fasi, una sicuramente più ispirata che si colloca nel periodo dei suoi esordi; allo stesso tempo, però, si può anche dire che i film meno riusciti, o per meglio dire meno graditi, non sono sono la maggioranza. Le opere con sufficenza piena, sono 11 su 19, più della metà, tra cui Non ho sonno che è del 2001. Due film come come Le cinque giornate e Trauma, per un decimale dopo la virgola non hanno la piena sufficenza, ma di fatto ce l’hanno, perché uno 0,1 non fa differenza. Infine ci sono 6 film, che non hanno trovato l’apprezzamento del pubblico, ma è un terzo della filmografia, tra l’altro girato in tempi più vicini.
Posso comprendere che Dracula 3D abbia irritato, e non poco, lo spettatore a visione conclusa, ma ciò non giustifica il fatto che uno o più film vadano a sporcare l’intera filmografia di chi ha fatto la storia del cinema giallo.
Di seguito la classifica completa aggiornata al 3 giugno 2023:
1 – Profondo rosso (1975); Voto medio: 7,5 – Votanti: 40.149
2 – Suspiria (1977); Voto medio: 7,3 – Votanti: 98.531
3 – L’uccello dalle piume di cristallo (1970) Voto medio: 7,1 Votanti: 22.641
4 – Tenebre (1982); Voto medio: 7,0 – Votanti: 25.627
5 – Opera (1987); Voto medio: 6,9 – Votanti: 18.304
6 – Phenomena (1985); Voto medio: 6,7 – Votanti: 28.382
7 – Il gatto a nove code (1971); Voto medio: 6,6 – Votanti: 12.321
8 – 4 mosche di velluto grigio (1971); Voto medio: 6,6 – Votanti: 9.206
9 – Inferno (1980); Voto medio: 6,5 – Votanti: 22.754
10 – Non ho sonno (2001); Voto medio: 6,2 – Votanti: 7.229
11 – La sindrome di Stendhal (1996); Voto medio: 6,0 – Votanti: 8.825
12 – Le cinque giornate (1973); Voto medio: 5,9 – Votanti: 638
13 – Trauma (1993); Voto medio: 5,8 – Votanti: 7.657
14 – Occhiali neri (2022): Voto medio: 5,1 – Votanti: 3.649
15 – La terza madre (2007); Voto medio: 5,0 – Votanti: 10.705
16 – Il cartaio (2004); Voto medio: 4,8 – Votanti: 5.528
17 – Giallo (2009); Voto medio: 4,4 – Votanti: 5.866
18 – Il fantasma dell’opera (1998); Voto medio: 4,3 – Votanti: 5.672
19 – Dracula 3D (2012); Voto medio: 3,6 – Votanti: 4.988
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